Descrizione
LA ROCCA
A metà strada tra Reggio e Parma, a Sud della via Emilia, sulla sponda destra dell'Enza, sorge la Rocca. Di proprietà comunale è attualmenente sede della Biblioteca comunale A. Umiltà oltre che di attività culturali e sociali; essa rappresenta la principale rilevanza architettonica di Montecchio. E' ubicata nella parte ovest del centro storico, dalla cui piazza è separata dal porticato (costruito tra il 1813 e il 1823), che ne impedisce la visione della parte inferiore.
Non è nota la data della fondazione del Castello, esistente però già nel 1114 secondo un placito matildico, e denominato "Castrum vetus" nel 1259. Il suo primo nucleo probabilmente esisteva già nel X sec. d.C. La Rocca fu, nel XIII sec., oggetto di aspre contese fra i Vescovi e il Comune di Parma. Successivamente si avvicendarono, nel dominio del Castello, i Vicedomini e importanti famiglie afferenti alle signorie dei Visconti e degli Este. Nel 1426 Montecchio passò definitivamente sotto il controllo degli Estensi e, per la sua notevole importanza strategica, nel 1562 fu elevato a Marchesato. Fino all'Unità d'Italia – con la breve eccezione del periodo napoleonico – Montecchio seguì le sorti del Ducato Estense. Per secoli e fino al 1960, la Rocca fu adibita a carcere mandamentale.
Elementi di interesse
IL SEPOLCRETO
A seguito di vaste operazioni di ripulitura dei sotterranei del castello, sono venute alla luce una ventina di tombe attribuibili all'epoca alto medievale (sec. VIII-X), di cui sono state esplorate 28 sepolture contenenti un centinaio di deposizioni. Le tombe, tutte a inumazione, sono disposte in senso rituale est-ovest, prive di corredo. La necropoli fu utilizzatata per almeno due - tre secoli. Gli scavi hanno consentito di documentare il fitto sistema di deposizione in tombe a fossa e tombe a cassa costruite con ciottoli e materiali laterizi.
Il percorso del sepolcreto si completa con la calcara, fornace per la produzione della calce, attiva tra X e XI sec. e tracce di antiche fondazioni di una probabile " ecclesia S. Ambrogi".
L'importante rinvenimento archeologico conferma l'esistenza di un insediamento fortificato già a partire dal XI secolo, in piena epoca matilidica.
Nella parte orientale dei sotterranei sono conservate una cannoniera e due tombe ancora integre. Risalendo poi dal sotterraneo sono visibili la Torre pontaia che ospitava il corpo di guardia e l'originale Porta di accesso alla Rocca dove ancora si può notare il punto di attracco del ponte levatoio.
IL MASTIO E L'OROLOGIO
La salita del torrione principale porta all'impianto dell'orologio settecentesco e alle campane originali. Dall'alto dei 28 metri della sommità si ammira il paesaggio circostante e, nei giorni più tersi, la catena appenninica tosco-romagnola e, a nord, le alte vette delle Alpi attraverso la pianura Padana. Nell'angolo nord-ovest, una seconda torre più piccola, detta "Rocchetta", costituisce con l'antico mastio e le mura il primo nucleo dell'attuale castello fortificato. Sulla sommità del Torrione è la Cella Campanaria, di impianto estense che conserva due antiche campane bronzee di cui la maggiore, del 1577, reca dedica al primo Marchese di Montecchio, Alfonso d'Este, mentre la piccola è del 1768.Dall'alto dei 35 m. del Torrione è possibile godere di un bellissimo panorama caratterizzato dalla barriera verde dell'Enza, dalle murature imponenti del castello di Montechiarugolo e dal bastione della "Rotonda" di Barbiano.
GLI SPALTI E LE CELLE
Il camminamento di ronda (spalti) coperto con merlatura ghibellina e caditoie, è visibile sul lato ovest. Esso dà accesso a due celle carcerarie che conservano quasi intatto il proprio arredo: doppie porte, catenacci, tavolato e catene. Di notevole fattura i disegni e i messaggi, scalfiti dai carcerati, nelle volte e nelle parti lignee tra il 1790 e il 1860.
LA SCALA A CHIOCCIOLA
L'attuale ingresso principale al Castello, in buona parte fuoriuscente dal quadrilatero della pianta, nel lato meridionale del complesso è parte degli interventi cinque e seicenteschi di ampliamento della struttura residenziale: contiene una bella e larga scala a chiocciola di epoca rinascimentale, che permette il collegamento dai sotterranei fino agli spalti. Le stanze al primo piano sono adibite oggi a Biblioteca Comunale e a Sala del Consiglio; in una delle sale si trova un affascinante affresco Tre-Quattrocentesco raffigurante una Madonna in trono con Bambino e Santi. Il dipinto, indice di un prestigioso uso abitativo del castello, è di ottima fattura e di grande qualità sia stilistica che cromatica, il che fa pensare alla mano di un maestro.
IL TORRIONE DI ALBERIGO DA BARBIANO
Si trova a nord, collegato alla torre da un caminamento (detto "del colonnello"). La costruzione della rotonda è attribuita ad Alberigo da Barbiano, condottiero militare che governò Montecchio tra il 1394 e il 1403. La sua conformazione circolare segnala l'evoluzione dell'architettura militare difensiva a seguito delle modificazioni intervenute nelle tecniche e nei mezzi della guerra. Di proprietà privata (è visibile per tre quarti dall'alto del Torrione) conserva parte delle caditoie al di sopra delle quali sono visibili strutture di carattere civile che conservano, all'interno, importanti e notevoli affreschi. vasto Sepolcreto carolingio (sec. VIII-X), di cui sono state esplorate 28 sepolture contenenti un centinaio di deposizioni. Le tombe, tutte a inumazione, sono disposte in senso rituale est-ovest, prive di corredo. La necropoli fu utilizzatata per almeno due - tre secoli. Il percorso del sepolcreto si completa con la calcara, fornace per la produzione della calce, attiva tra X e XI sec. e tracce di antiche fondazioni di una probabile " ecclesia S. Ambrogi". Sulla sommità del Torrione è la Cella Campanaria, di impianto estense che conserva due antiche campane bronzee di cui la maggiore, del 1577, reca dedica al primo Marchese di Montecchio, Alfonso d'Este, mentre la piccola è del 1768.Dall'alto dei 35 m. del Torrione è possibile godere di un bellissimo panorama caratterizzato dalla barriera verde dell'Enza, dalle murature imponenti del castello di Montechiarugolo e dal bastione della "Rotonda" di Barbiano.
Sulla sommità del Torrione è la Cella Campanaria, di impianto estense che conserva due antiche campane bronzee di cui la maggiore, del 1577, reca dedica al primo Marchese di Montecchio, Alfonso d'Este, mentre la piccola è del 1768.Dall'alto dei 35 m. del Torrione è possibile godere di un bellissimo panorama caratterizzato dalla barriera verde dell'Enza, dalle murature imponenti del castello di Montechiarugolo e dal bastione della "Rotonda" di Barbiano.
Modalità di accesso
Si accede con un biglietto d'ingresso, negli orari di apertura.
Indirizzo
Orario per il pubblico
La visita al castello è sempre consentita nei giorni feriali, durante gli orari di apertura della biblioteca comunale.
Nei giorni feriali
si accede alla biglietteria dall'ingresso sud (lato opposto al portone principale), al primo piano; è possibile effettuare solo visita senza guida, ma il personale presente sarà a disposizione per illustrare il percorso, sono inoltre disponibili gratuitamente i pieghevoli (in italiano e inglese), la bruchure gioco per i più piccoli e la nuova App izi.travel
(gratuita con le audioguide in italiano e in inglese)
La domenica e i festivi l'accesso è consentito con doppia modalità:
- visita guidata: le visite partono alle ore 15, 16.30 e 18
- visita senza guida con ingresso dalle 15 alle 18.30 (chiusura castello ore 19)
Il Castello non è visitabile la domenica e i festivi nei mesi di luglio e agosto, e da metà gennaio al 1 marzo.
Contatti
Struttura responsabile
Ultimo aggiornamento: 16-02-2024, 18:09